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Dantedì classi 4 H, 5 H - Liceo Statale Niccolò Machiavelli

Dantedì classi 4 H, 5 H


Il Ghibellin fuggiasco

E tu prima, Firenze, udivi il carme/che allegrò l’ira al Ghibellin fuggiasco.

Inizia con questi versi dei “Sepolcri” di Ugo Foscolo l’immagine risorgimentale di Dante, poi ripresa da Mazzini e esaltata da De Santis.

Inizia anche il percorso ideato dalla docente di Lettere per accompagnare le classi 4H e 5H di V. Procida nel Dantedì, giornata istituita nel 2020 per celebrare il fondatore della nostra lingua, come della nostra identità nazionale.

L’idea proposta è di elaborare una immagine dell’Uomo Dante, da affiancare idealmente a quella costruita da Foscolo e destinata a sovrapporsi a quella del poeta, del linguista, del filosofo, per una valorizzazione della partecipazione degli studenti alla vita della scuola e del Paese (come fecero gli sceneggiatori Disney ‘inventando’ nel 1949-50 il Dante-Topolino).

Appare così che, letta in chiave contemporanea, “la Commedia è un tentativo di auto-analisi dopo l’esilio, in cui lui cerca di capire dove ha sbagliato e di purificarsi” (Lorenzo). Perciò “è bello il modo di Dante di raccontarsi, lui si mette a nudo. Non giudica gli altri. Riesce a essere empatico anche davanti a un adultero, a un omicida” (Silvia). Allo stesso modo “la cosa che più mi è piaciuta è stata l’Umanità: Dante non si mette mai al di sopra delle altre persone” (Antonio).

“Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta via era smarrita. // Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia!”.

La celebrazione è stata collocata al 25 marzo, poiché in quel giorno il poeta si sarebbe smarrito nella selva oscura. Oggi geograficamente identificata (come ispirazione) nella Silva Cimina, sessanta ettari dominati dal faggio (Fagus Sylvatica) con esemplari che raggiungono quaranta metri di altezza.

Dante avrebbe avuto modo di vederla nel 1300 in occasione del viaggio a Roma per il primo Giubileo della storia; oppure nel settembre 1301, nella ambasceria inviata da Firenze al Papa, con l’attraversamento della città dei pellegrini (Viterbo) lungo la Via Francigena. Una faggeta che non è stata modificata nei secoli, ed è divenuta (il 7 luglio 2017) uno dei dieci siti naturalistici protetti in Italia dall’UNESCO come “Patrimonio Naturale dell’Umanità” con la denominazione: “Faggeta Vetusta dei Monti Cimini”. Quell’attraversamento, reale e simbolico, segna un punto centrale dell’immaginario e della identità nazionale. Per questo “penso che Dante sia l’unico uomo che rappresenta una scelta di vita totale. Non è solo il padre della lingua italiana. È come se fosse il padre della nostra vita (Flavia)”.

Prof.ssa Augusta Charis Marconi

Ultimo Aggiornamento: 27 marzo 2021

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