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Documentazione A.S.L. "Penny Wirton" 2016-2017 Classe 4 H - Liceo Statale Niccolò Machiavelli

Documentazione A.S.L. "Penny Wirton" 2016-2017 Classe 4 H


Girotondo intorno al mondo

Consapevolezza. È quella che ho visto crescere nei ragazzi durante il percorso formativo Asl (inserito nella progettazione Unesco del Liceo) presso la Scuola di Italiano per Migranti “Penny Wirton”.

Quasi uscendo dalle pagine del romanzo breve “Penny Wirton” di Silvio D’Arzo, il 4H ha dato il suo contributo per la seconda vita dei coetanei meno fortunati. Insegnando fonologia o forme della coniugazione verbale, sono state messe in atto quelle competenze di cittadinanza attiva nelle quali oggi la scuola racchiude una coscienza civica senza la quale la società cade nella disintegrazione.

Preparati dalle lezioni della docente di Lettere sull’insegnamento dell’Italiano come L2 e sui principi di Solidarietà sociale nati nel solco dello Stoicismo antico e della tradizione illuministica moderna (sanciti dalla “Costituzione della Repubblica Italiana”), gli alunni sono stati accompagnati nel percorso dai tutor esterni Eraldo e Luce Affinati e dalle tutor interne Grippa e Marconi (coadiuvate dal docente di sostegno Russiello e dal coordinatore Mecucci).

l risultati sono stati incontro e condivisione: di difficoltà (“Prof. è stato terribile dover fare 4 lezioni consecutive sulle vocali!”), di bellezza (Noara: “Non sa che meraviglia sono i capelli di quella bambina, lunghissimi, nerissimi e lucentissimi!”), di piacere di insegnare (Carolina: “Prof. è meraviglioso ... perché a me piace aiutare gli altri”) e … chiacchierare (Federico: “Bello! Ho potuto parlare quanto volevo, senza nessuno che mi rimproverasse!”).

Girato dal video maker della classe 2.0 Roberto, il video che riassume l’esperienza non presenta i volti a indicare come questi siano ‘i ragazzi’ impegnati nelle Asl. Sceglie la tinta seppia e le didascalie del cinema muto delle origini. Ha come sfondo la poesia che Paul Fort scrisse in funzione pacifista contro la Prima Guerra Mondiale, musicata da Sergio Endrigo nel clima antimilitarista dei Sessanta e pubblicata nel 1966.

Buona visione dal 4H, dalle proff. Grippa e Marconi, e buona prosecuzione a tutti i colleghi maggiorenni e minorenni della “Penny Wirton”, con il seguente inizio: “Se tutte le ragazze/ le ragazze del mondo/ si dessero la mano/ allora ci sarebbe un girotondo/ intorno al mondo!”

Prof.ssa Augusta Charis Marconi

L’uomo che non strinse la mano a Hitler

“Nell’azione che farete metterete molto di voi stessi”: con queste parole di Eraldo Affinati si chiude il pomeriggio del 20 gennaio l’attività formativa in sede per la ASL del 4H, alla presenza delle tutor Grippa e Marconi.

Il fondatore (con la moglie Luce) della Penny Wirton chiarisce come questa Scuola di Italiano per Migranti accolga soprattutto minorenni non accompagnati, gli Omar ed Ismail di Siria e Bangladesh, spesso analfabeti nella lingua madre; ragazzi che vivono nei Centri di Accoglienza e che “dobbiamo riuscire a conoscere”.

I ‘pronipoti’ di quegli Immigrati che ottanta anni fa avevano iniziato un percorso di affermazione e riconoscimento sociale grazie alle discipline sportive e di cui nella mattinata del 20 gennaio il dottor Fabretti, giornalista di RAI Sport, è venuto a parlare per l’attività formativa in classe con la tutor Marconi.

Così insieme alle operazioni Mare Nostrum (italiana, di ricerca e soccorso dei Migranti) e Triton (della UE, di controllo delle frontiere), gli alunni hanno saputo che la tragica scomparsa del 2012 nelle ‘carrette del mare’ dell’atleta olimpica somala Samia Yusuf Omar (narrata nel libro di Catozzella “Non dirmi che hai paura”) ha portato il CIO a sovvenzionare per le Olimpiadi 2016 la prima Squadra di Rifugiati mai creata al mondo.

Forse il logo olimpico dei 5 cerchi (a indicare i continenti) intrecciati sarà una delle risorse di integrazione dei Migranti presenti e futuri se proprio le prime Olimpiadi trasmesse in Mondovisione, quelle di Berlino del 1936, hanno visto il primo ‘trionfo’ sportivo e morale di un non-bianco: le 4 medaglie d’oro vinte dall’afroamericano Jesse Owens e il primato di essersi rifiutato di stringere la mano a Hitler.

Prof.ssa Augusta Charis Marconi

Lo studio e il cammino

“Sei non studi sei come cieco, perché non sai dove andare”: inizia da questa citazione paterna l’incontro del neolaureato triennale in Giurisprudenza Ali Ehsani con le classi 4H e 3A, avvenuto il 16 dicembre in via Procida nell’ambito della formazione in aula per la A.S.L. alla Penny Wirton e del percorso Unesco del “Machiavelli” sulla Cittadinanza globale.

Invitato dalle professoresse Grippa (sua docente alla “Città dei Ragazzi”) e Marconi a parlare della esperienza di migrante afgano, raccolta nel libro Stanotte guardiamo le stelle, dice: “Se rimanevo in Afghanistan, magari divenivo uno che uccideva gli altri. Invece oggi so che non bisogna uccidere, per quanti soldi gli altri ti possano offrire. Noi umani non abbiamo un prezzo, ma abbiamo un valore”.

Ali Ehsani spiega di aver scelto gli studi di Giurisprudenza in seguito alla esperienza di reclusione forzata in un campo profughi in Iran: “Quando la polizia ci ha rinchiuso, io non sapevo se era legale o no. Se non conosciamo il nostro diritto, non rispettiamo il diritto degli altri”.

Primo nel suo gruppo di 120 studenti a ottenere la laurea con 110 e lode, sta proseguendo gli studi scegliendo come ambito specialistico i principi economici del diritto comunitario, e ai compagni che gli chiedono a lezione “Perché tu sai sempre rispondere alle domande dei docenti?”, risponde: “Perché io sono curioso”.

Ali Ehsani usa il ‘noi’ per parlare dell’Italia (in cui risiede dal 2003): “Noi Italiani siamo più sensibili e vicini agli Immigrati degli altri paesi europei, perché siamo stati Immigrati. Ma oggi il problema è che dobbiamo far crescere l’Italia. E per farlo non dobbiamo aspettare e chiedere cosa può fare per noi il Sindaco o il Presidente del Consiglio. Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi per l’Italia”.

Nel salutare i nostri alunni, rivolge loro un invito: “Quando fate una scelta, dovete pensare per una società intera” e lascia a suggello la frase paterna che lo accompagna sin da bambino: “Studia Ali! La cultura è l’unico bene che non ti può essere tolto.”

Prof.ssa Augusta Charis Marconi

Ultimo Aggiornamento: 13 maggio 2017

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